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Forever Bambù opera all’interno della Green Economy, in un segmento innovativo ad alta redditività e con ampio sviluppo nell’immediato.
Lo fa realizzando un innovativo ponte tra chi non è agricoltore, ma desidera investimenti a reddito, e il mondo incredibile, poliedrico e altamente redditizio dell’agricoltura.
Forever Bambù è una società agricola biodinamica che ha creduto in questa innovativa coltivazione e negli eccezionali risvolti economici che garantirà. Formata da un gruppo di soci fondatori provenienti da esperienze molto diverse tra loro, scegliendo il meglio delle differenti realtà così da proporre un team di professionisti pronti a creare e affrontare consapevolmente il mercato occidentale del bambù, una nicchia con un futuro da milioni di euro.
Quanto pensiamo al bambù, pensiamo a quelle siepi sempre verdi, diffusissime in tutto il territorio italiano e molto difficili da contenere. Non penseremo mai ad una pianta che può arrivare ad avere 20 cm di diametro e 25 metri di altezza e contenibile con un piccolo fossato attorno alla proprietà.
Stiamo parlando infatti del bambù gigante (MOSO in cinese) una graminacea infestante che cresce bene nei climi temperati come quello italiano, ma che qui non è mai stata coltivata. In Cina invece sono circa 50 anni che la coltivano in maniera industriale ottenendo straordinari risultati.
Forever Bambù si pone quindi come partner sul territorio italiano per organizzare tutto quanto è necessario all’avvio di società agricole per la produzione del bambù.
I servizi forniti sono:
PRODUZIONE – Un bambuseto infatti produce a regime 10.000 kg di germogli e 5.000 canne all’anno per ogni ettaro.
I germogli sono destinati al mercato alimentare sia come fresco, che come congelato che come lavorato e conservato.
In una società sempre più attenta al regime alimentare e con l’aumento costante in tutta Europa e anche in Italia di vegetariani e vegani, il germoglio biodinamico andrà a ruba.
La Società Italiana di Pediatria ha già consigliato l’inserimento del germoglio di bambù come alimento base nelle mense scolastiche per sostenere l’integrazione multietnica che già è in corso.
Le canne invece sono destinate, come materia prima, ad un mercato vastissimo con più di 1500 utilizzi.
Si va dalla pasta di carta, al tessuto, alla bioplastica, poi finiture edili come i parquet, strutture edili, rivestimenti edili, pali tutori in agricoltura, serramenti, mobilio, arredamento, oggettistica come le cover dei cellulari o i manici delle borse di importanti maison d’alta moda, nell’automotive al posto della radica e nella nautica sia come struttura dello scafo che come finiture interne.
Il termine “materia prima” identifica il posizionamento del prodotto che a parità di utilizzazioni, offre caratteristiche fisiche molto migliori rispetto al legno (resistenza, durezza, flessibilità, impermeabilità all’acqua) e una serie di benefici legati agli aspetti ambientali della sostenibilità.
Un esempio di questi aspetti è che un bambuseto, a parità di superficie con altre foreste, assorbe fino a 5 volte di più la quantità di CO2 e produce fino al 35% in più di ossigeno.
Il bambù è anche capace di assorbire fino a 1000 kg/ettaro di azoto e oltre 1500 mm di precipitazioni piovose e per questo è considerato un ottimo alleato contro il dissesto idrogeologico.
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